Iniziamo la nostra serie di recensioni sulle piadine artigianali/industriali con i prodotti, gentilmente offerti da Piadamania, col suo marchio Piadina Regina.
Non vi tedio con la descrizione dettagliata dell’azienda e del marchio, potete approfondire e avere maggior informazioni sul loro sito: Piadamania.
La piadina che producono è quindi della tipologia riminese: abbastanza grande e sottile.
Il campione che ci è stato gentilmente offerto, consisteva in varie tipologie:
- Piadina tradizionale
- Piadina integrale
- Piadina di Kamut
- Piadina di farro
- Piadina all’olio d’oliva

Il confronto
Tutte le tipologie si trovano in confezioni sigillate conservate in atmosfera controllata, che ne garantiscono la freschezza durenate il trasporto.
Per fare il confronto abbiamo seguito le indicazioni per la cottura, riportate sulle confezioni: scaldare le piadine per sulla teglia o padella antiaderente per circa un minuto.

Impressioni
Le piadine al Kamut erano tra tutte quelle più fragili. Prestate attenzione!
Una volta scaldate, le piadine acquistano consistenza, il lavoro si semplifica e mantengono benissimo la loro forma e il profumo è molto buono. Sulla cottura vorrei fare un ulteriore appunto, nel senso che suggerisco di essere molto scrupolosi nei tempi, quelli indicati sulla busta sono giusti (circa un minuto): una cottura veloce non riscalda il prodotto e non lo fa tornare alla sua consistenza ottimale, d’altra parte una cottura prolungata la fa seccare se non addirittura bruciare, rendendo la piadina dura e poco gradevole.
Il modo migliore per mangiarle è farcirle!
Abbiamo sperimentato diverse farciture e siamo rimasti soddisfatti del risultato finale. La piadina di Kamut l’avevamo farcita con prosciutto cotto, lattuga e cipollotti, mentre quella tradizionale con squacquerone e rucola, infine la piadina al farro con prosciutto cotto.
Nel complesso, siamo stati soddisfatti di Piadamania e Padina Regina. Abbiamo molto gradito le tipologie di piadine assaggiate. Quelle “tradizionale” e “di farro” sono state certamente quelle che maggiormente gradite per la fragranza e il sapore.
Quella di Kamut si è rivelata un po’ troppo “morbida” e nonostante la cottura ottimale ha mantenuto il suo aspetto “industriale” e poco tradizionale.